Pare proprio che dobbiamo rivedere gran parte delle nostre certezze relativamente alle uova, soprattutto la convinzione più o meno comune che le uova fanno male alla salute a causa del loro elevato contenuto in colesterolo.
A questo proposito, uno studio pubblicato nel marzo scorso sull’American Journal of Nutrition ha raccolto i dati su una popolazione finnica in un follow-up di 21 anni; si è messo in evidenza come un consumo di un uovo al giorno non sia in grado di aumentare il rischio di malattia cardiovascolare nella popolazione in oggetto, per un terzo fenotipicamente predisposta ad un metabolismo del colesterolo non ottimale.
Si può dire, alla luce delle conoscenze e degli studi attuali che sia stato perlomeno affrettato considerare le uova solo da questo punto di vista, il contenuto in colesterolo. D’altronde, ogni intervento nutrizionale ha come obbiettivo primario contrastare l’infiammazione, dato il suo significativo ruolo nella patogenesi di gran parte delle malattie croniche. Il colesterolo è sicuramente un composto pro-infiammatorio ed ecco allora la condanna dell’uovo!
Per avere le idee un po’ più chiare, ci viene in aiuto un interessante articolo pubblicato su Nutrients nel settembre scorso, nel quale si focalizza l’attenzione sulle componenti bioattive dell’uovo nel suo complesso, riqualificandolo, come un alimento funzionale, in grado di modulare i processi infiammatori, sia in ambito preventivo che nella fase di malattia.
A fronte di sole 72 Kcal per un uovo medio, ci vengono fornite molte altre sostanze, tutte con un ben definito ruolo funzionale:
- 6,3g di proteine di alta qualità, di cui, quelle dell’albume, con proprietà antimicrobiche e e immunoprotettive, in particolare ovoalbumina, ovotransferrina, lisozina e avidina
- vitamine liposolubili e vitamine del gruppo B
- minerali
- fosfolipidi
- 186 mg di colesterolo
- luteina e zeaxantina
Di tutte quelle elencate, i fosfolipidi, che rappresentano circa il 28-30% dei lipidi totali, e con la fosfatidilcolina in predominanza, sono noti per influenzare i lipidi plasmatici (quelli del sangue, per intenderci), e preferenzialmente di aumentare il colesterolo HDL (quello buono). Uno studio ha messo in evidenza come il consumo di 3 uova al giorno per 12 settimane in soggetti con sindrome metabolica abbia provocato un aumento della frazione HDL.
Molto interessante anche sottolineare come i 186mg di colesterolo vengano assorbiti in maniera decisamente differente, con una variabilità su base individuale compresa in un range davvero ampio (15 – 85%); inoltre i soggetti insulino-resistenti mostrano un minor assorbimento del colesterolo alimentare, avvalorando la tesi di una influenza del colesterolo endogeno, quale causa primaria di patologia.
E il tuorlo? facciamo bene, come si vede sempre di più fare, preferire quasi esclusivamente l’albume? Se consideriamo i benefici effetti di luteina e zeoxantina a livello della salute della retina, forse anche in questo caso dobbiamo rivedere qualcosa. Questi carotenoidi antiossidanti hanno la capacità di aumentare la densità del pigmento maculare ed esercitano un’importante attività protettiva contro la degradazione maculare che si verifica con l’avanzare dell’età.
Insomma, possiamo concludere che come al solito quando giudichiamo un alimento non dobbiamo considerarne sono un componente e per di più in maniera isolata: l’uovo ne è una dimostrazione, possedendo sia effetti pro-infiammatori che antinfiammatori.
Mi sento di dire che la moderazione e la varietà saranno sempre alla base di un corretto regime dietetico…
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